Il 30 aprile 2021 è stata una data importantissima per il futuro dell’intera nazione. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza necessario per ottenere i fondi UE è approdato a Bruxelles dopo aver superato l’iter di presentazione ed approvazione in Parlamento. Transizione verde ed innovazione digitale sono le due aree in cui si possono collocare la maggior parte dei progetti previsti, come richiesto dai regolamenti europei. Molti investimenti, circa il 40%, sono destinate allo sviluppo del Mezzogiorno per riequilibrare il divario nord-sud per quanto riguarda servizi ed infrastrutture. Prevista anche una importante quanto necessaria riforma della pubblica amministrazione e della giustizia. Vediamo a grandi linee come parte delle risorse avranno ripercussioni sul settore edile partendo dall’attesa proroga del Superbonus 110%.
Inizialmente ideati per avere applicazione fino al 2021, grazie ai nuovi fondi Ecobonus e Sismabonus sono prorogati al 2023. Più tempo quindi per effettuare gli interventi per migliorare l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici introdotti con l’articolo 119 del Decreto Rilancio. Considerando i tempi necessari per eseguire ristrutturazioni degli edifici, questa estensione temporale consentirà di stimolare il settore edilizio per raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico.L’estensione del superbonus 110% varia in base ai casi:
Uno stimolo concreto per le economie locali grazie alla creazione di nuovi posti di lavoro nella filiera dell’edilizia e della produzione di beni e servizi.Ricordiamo che la misura riguarda interventi effettuati su zone comuni, su unità immobiliari funzionalmente indipendenti e unità plurifamiliari con uno o più accessi indipendenti dall’esterno, nonché su singole unità immobiliari.Una condizione imprescindibile per essere ammessi agli interventi rimane il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio, da dimostrare attraverso il confronto con l’attestato di prestazione energetica APE, prima e post intervento.Il risparmio energetico medio è di circa 240 kWh/mq, per cui si prospetta un risparmio minimo del 30-40%.
L’economia italiana è stata duramente colpita dalla pandemia di Covid-19, oltre che per aver subito una grossa perdita di vite anche per il calo significativo del Pil. A questo si unisce la vulnerabilità del nostro territorio in parte come conseguenza dei cambiamenti climatici che portano a frequenti alluvioni ed all’aumento del livello del mare. Un territorio con ampie zone ad alto rischio sismico ed un rischio idrogeologico elevato. Per quanto riguarda il costruito prevalgono edifici poco efficienti ed altamente energivori, a cui si accompagna il problema della povertà energetica diffusa.In questo contesto si inserisce anche la difficoltà di applicazione concreta della digitalizzazione per mancanza di infrastrutture adeguate ma anche per la struttura stessa del tessuto produttivo e della pubblica amministrazione che si sta adeguando con lentezza alle nuove tecnologie.
Il Piano nazionale di resistenza e resilienza si articola in direzioni differenti in modo da avere un impatto totale sulla ripartenza, definite “missioni”. Tra questi ci sono la digitalizzazione, l’innovazione, la cultura, l’istruzione e la ricerca, la rivoluzione verde e la transizione ecologica, le infrastrutture per una mobilità sostenibile, l’inclusione e naturalmente la salute.
Per quanto riguarda la missione rivoluzione verde e transizione ecologica, nel PNRR sono contenuti interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici. Tra gli obiettivi generali si possono individuare da una parte l’efficientamento energetico del parco immobiliare pubblico e privato, mentre da un’altra ci sono lo stimolo agli investimenti locali, alla creazione di posti di lavoro, alla promozione della resilienza sociale ed all’integrazione delle energie rinnovabili. Le misure previste sono l’efficientamento energetico e sismico dell’edilizia residenziale privata e pubblica attraverso un investimento su Ecobonus e Sismabonus fino al 110%. Investimenti anche sullo sviluppo di sistemi di teleriscaldamento.
Un importante novità contenuta nel PNRR è la semplificazione e l’accelerazione delle procedure per la realizzazione di interventi per l’efficientamento energetico.Per arrivare entro il 2050 alla decarbonizzazione degli edifici civili viene promossa la conversione energetica del parco immobiliare in favore della riqualificazione e della trasformazione in nZEB (near Zero Energy Buildings). Per questo agli incentivi come il superbonus ed altri programmi finanziati si aggiungono riforme in ambiti differenti, nel pubblico e nel privato, come l’adozione di un “Portale nazionale per l’efficienza energetica degli edifici”.
Il PNRR contiene l’impegno all’investimento sullo sviluppo di sistemi di teleriscaldamento. Questo genere di interventi hanno il merito di integrare l’efficienza energetica con l’uso delle fonti rinnovabili. Il teleriscaldamento consente inoltre la delocalizzazione e la riduzione delle emissioni inquinanti, soprattutto nelle grandi aree urbane. Tra le misure previste è inserito il finanziamento di progetti relativi alla costruzione di nuove reti o all’estensione di reti di teleriscaldamento esistenti, con “priorità allo sviluppo del teleriscaldamento efficiente, ovvero quello basato sulla distribuzione di calore generato da fonti rinnovabili, da calore di scarto o cogenerato in impianti ad alto rendimento”. L’obiettivo è lo sviluppo di 330 km di reti di teleriscaldamento efficiente e la costruzione di impianti o connessioni per il recupero di calore di scarto per 360 MW per 0,04 Mt-CO2 di emissione di gas serra evitati ogni anno.
Nel Piano trasmesso al Parlamento Europeo sono contenute anche misure per la rigenereazione di piccole aree del territorio che hanno un valore dal punto di vista culturale, religioso e rurale. Molti luoghi di interesse e valore artistico e culturale sono estranei ai flussi turistici tipici delle grandi città, per questo una fetta degli investimenti sarà destinata allo sviluppo turistico-culturale nelle aree rurali e periferiche. Tra i benefici previsti il recupero del patrimonio culturale ma anche l’attivazione di iniziative di tipo imprenditoriale e commerciale che possano rivitalizzare il tessuto socio-economico del luogo. Una mossa importante per contrastare il crescente spopolamento dei territori e per favorire la conservazione del paesaggio e delle tradizioni.Incentivata anche l’attrattività dei borghi, attraverso la valorizzazione dei piccoli centri storici italiani che hanno un grande potenziale per un turismo sostenibile alternativo, grazie al patrimonio culturale, la storia, le arti e le tradizioni che li caratterizzano. Il “Piano Nazionale Borghi” è un programma di sostegno allo sviluppo economico e sociale di zone svantaggiate basato sulla rigenerazione culturale dei piccoli centri e sul rilancio turistico. Infine, sono previsti interventi per la tutela e la valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale e quindi interventi di riqualificazione di edifici storici rurali.