Frank Gehry è un architetto nordamericano di origini canadesi. Dopo aver terminato gli studi e vissuto per un po’ in Francia, tornò ad Los Angeles per aprire il suo studio di architettura e sviluppare il suo personale stile architettonico. La sua architettura è dirompente, ogni edificio comprende varie forme geometriche che creano tra loro una corrente visiva e uno sviluppo strutturale spettacolare. I giochi di volume, le onde e i materiali delle facciate (soprattutto il metallo) sono il suo marchio distintivo.
Gehry ha ricevuto il premio Pritzker nel 1989 e il premio Principe delle Asturie per l’arte nel 2014: riconoscimenti volti a premiare il suo percorso lavorativo e il suo stile facilmente distinguibile e caratteristico. Scopriamo di più su Frank Gehry e sulla sua architettura plastica e visuale.
La sua icona: il Museo Guggenheim a Bilbao
Fin dalla sua inaugurazione nel 1997, il Museo Guggenheim di Bilbao ha avuto un impatto straordinario sull’economia e sulla società della città, promuovendo il turismo e la riqualificazione degli spazi pubblici. L’impatto è stato tale che anche altre città hanno cercato di ricreare un “post Guggenheim” grazie a Gehry o altri “archi-star”. Gehry è senza dubbio un pioniere: per lui ogni edificio deve essere un’opera d’arte, una scultura. E per riuscire ad avvicinarsi sempre più a questo ideale, Gehry ha spinto i sui progetti in questa direzione, senza tuttavia abbandonare altri aspetti fondamentali come la funzionalità o l’integrazione nell’ambiente o nello spazio urbano circostante.
Con l’Hotel Marqués de Riscal a La Rioja ha cercato di riprodurre lo stesso effetto, seppur su scala minore. Gli interni lussuosi hanno l’inconfondibile impronta di Gehry, così come le pareti inclinate e le finestre a zigzag. L’esplosione di colori e forme dell’esterno crea movimento: la vibrazione parte dalle forme dell’edificio e si estende fino alle cascate in titanio rosa, oro e argento che durante il giorno riflettono le loro curve mandando bagliori rossicci, come quelli del vino rosso.
Walt Disney Concert Hall: Gehry a Los Angeles
Gehry ha avuto l’opportunità di disegnare uno degli edifici più spettacolari della città americana in cui ha deciso di vivere, ovvero Los Angeles. Il Walt Disney Concert Hall richiama il Guggenheim, anche se questo progetto è precedente rispetto al museo di Bilbao. Gehry ha infatti iniziato a lavorarci nel 1988, ma il progetto è stato concluso solo nel 2003. Le forme metalliche e curve dell’esterno nascondono un auditorium interno con pavimenti, pareti e controsoffitti in legno. Ma non è l’unica opera di Gehry a Los Angeles. Prima di essere conosciuto a livello internazionale, ha gettato le basi della sua architettura progettando la sua casa di Santa Monica nel 1978.
Case di Gehry
Le forme sinuose di Frank Gehry non si adattano solo a edifici particolari, ma sono in grado di saltare le barriere del convenzionalismo e approdare alle abitazioni. Questa casa di Praga ne è un esempio. Il nome originale è “Fred and Ginger”, in onore dei famosi ballerini Astaire e Rogers, nome che riflette in qualche modo la fisionomia di questo edificio che sembra impegnato in un ballo. Ubicata vicino ad edifici residenziali barocchi, gotici e di art nouveau, questa casa rompe le linee rette e le sue curve danno la sensazione di un edificio in movimento.
La Beekman Tower di New York è un altro progetto residenziale di Frank Gehry: 900 appartamenti di lusso situati nel Financial District. I pannelli ondulati di acciaio inossidabile abbinati al vetro della facciata danno un aspetto dinamico. Le finestre hanno tende speciali che garantiscono la privacy e, al tempo stesso, la vista sulla città.
La plasticità del colore
Sia quando lavora da solo che quando collabora con altri artisti, il colore è una costante di tutte le sue opere. L’artista Daniel Buren ha sostituito le vele di vetro bianche e curve disegnate da Gehry per la Fondazione Louis Vuitton di Parigi con un’esplosione di colori. In collaborazione con Gehry sono stati applicati dei filtri colorati su oltre 3.500 pannelli dell’edificio. La struttura crea gli effetti luminosi e dinamici che ben caratterizzano la sua architettura.
L’Experience Music Project di Seattle è un omaggio al musicista Jimi Hendrix e all’evoluzione della musica americana. La volumetria ondulata e i colori brillanti si ispirano alla chitarra Fender Stratocaster che il cantante distruggeva dopo ogni concerto. L’uso di vari colori abbinati a varie texture simboleggia l’energia e la scorrevolezza delle canzoni: l’azzurro della chitarra Fender, l’oro di quelle Les Paul e il viola di “Purple Haze”. Gehry ha aggiunto anche del rosso come tributo ai furgoni scoloriti che guidavano le stelle del rock.
Incursioni nella decostruzione e nel cubismo
Lo stile architettonico di Frank Gehry è facilmente riconoscibile nell’edificio scultoreo decostruttivo del Vitra Design Museum (Germania). È la sua prima opera in Europa, e differisce leggermente dai suoi progetti più classici. I materiali usati infatti si limitano a gesso bianco e a un alternarsi di titanio e zinco nel tetto. I volumi dell’edificio sono determinati dalle necessità di programmi e illuminazione, e sono composti da torri, rampe e cubi che creano spazi diversi.
Gehry può essere considerato un “cubista contemporaneo” che si serve delle forme, che le trasforma, le torce per perplimere gli spettatori e gli utenti. Lo stesso Gehry ha affermato che il Ray and Maria Stata Center del Massachusetts Institute of Technology (MIT) “sembra una festa di robot ubriachi”. E, passeggiando per i corridoi, è curioso vedere come un’architettura apparentemente senza restrizioni si mescoli con una cosa così concreta e stabile come le leggi della fisica, oltretutto in un edificio pieno di scienziati. Una singolare contraddizione.
In contrasto con l’ambiente circostante
Frank Gehry non cerca l’integrazione con l’ambiente circostante, cerca piuttosto il contrasto. Questo istituto per la ricerca sulle malattie mentali di Las Vegas, ad esempio, allude chiaramente allo scopo dell’edificio: ricorda un cervello, un organo complesso che sviluppa sia la parte razionale che quella irrazionale di ognuno. Grazie alla sua espressività, ai volumi diversi e alla luce che riflette, questo edificio primeggia e contrasta con l’ambiente circostante.
Il Biomuseo di Panama è la prima opera di Frank Gehry in America Latina e ai tropici. Si trova nella Calzada de Amador, ovvero nel punto in cui il Canale di Panama si immette nell’oceano Pacifico. È uno spazio espositivo dedicato alla biodiversità del paese centroamericano. Dal museo si può vedere il profilo della città moderna, il centro storico, il Cerro Ancón e il Puente de las Américas. Gli spazi espositivi all’aperto si trovano nel parco disegnato dalla paesaggista Edwina von Gal.
Interni fluidi e organici
La succursale della Banca DZ di Berlino è uno degli edifici più interessanti di Frank Gehry. Gli esterni rispettano le severe normative imposte per gli edifici adiacenti alla porta di Brandeburgo, e non consentono di immaginare cosa c’è all’interno. Gli uffici della banca, infatti, sono disposti attorno a un patio: lo spazio centrale dell’edificio protetto da un tetto curvo e vetrato a forma di balena.
Nella maggior parte dei suoi edifici, gli interni sono organici. La maggior parte della facciata vetrata del Cleveland Lou Ruvo Center di Las Vegas, ad esempio, è orientata verso nord. La struttura del tetto del patio funge da ombrellone, setacciando la luce proveniente da sud all’interno dell’edificio. Gehry si è adoperato per fare in modo che gli interni della clinica non ricordino troppo un ambiente medico.
L’architettura visuale di Frank Gehry si confronta con detrattori e appassionati, e continuerà sicuramente a sorprenderci nel futuro con le sue forme sinuose e gli edifici concepiti come opere d’arte.