Per il futuro del pianeta occorre utilizzare dei materiali ecosostenibili, che sfruttino risorse di cui ci sia larga disponibilità al fine di mantenere in vita gli ecosistemi naturali. È questo il punto di partenza del lavoro eseguito dal team di ricercatori che ha messo a punto Finite, un nuovo materiale la cui componente principale è la sabbia del deserto, disponibile in grandi quantità e fino ad ora inutilizzata. Alla data odierna questo innovativo materiale non è ancora stato introdotto sul mercato ma si attendono ulteriori sviluppi.
L’ideazione della Finite è stata condotta da quattro scienziati britannici dell’Imperial College London. Si tratta di un materiale da costruzione biodegradabile realizzato con la finissima sabbia del deserto che acquisisce una resistenza paragonabile a quella del calcestruzzo. I ricercatori non hanno rivelato quali sostanze vengono utilizzate come legante, ma assicurano sia facile da realizzare e da riutilizzare. Finite apre nuove strade nel mondo delle costruzioni, verso sistemi costruttivi più ecologici ed uno sfruttamento consapevole delle risorse naturali.
La sabbia è usata principalmente per il settore delle costruzioni e per il vetro ma anche per la produzione di componenti elettroniche. Finite vuole essere un contributo alla salvaguardia degli equilibri del pianeta, andando a prelevare una risorsa disponibile in grandi quantità e fino ad ora non utilizzata: la sabbia del deserto. Solitamente questa non viene sfruttata per via dei granelli troppo fini e lisci che poco si prestano alla creazione di leganti e materiali edilizi. La sabbia che si usa normalmente proviene infatti da spiagge, letti di fiume e fondali marini ma si tratta di un materiale destinato all’esaurimento. La causa è la lenta formazione della sabbia, insufficiente per sopperire alle quantità e alla frequenza con cui viene prelevata. Non molti sanno che la sabbia è la risorsa più consumata al mondo dopo l’acqua dolce, si parla di 25 miliardi di tonnellate di sabbia e ghiaia ogni anno. Il progressivo esaurimento di questa preziosa risorsa fa si che in paesi come l’India si assista ad un’estrazione illegale della sabbia, attività pericolosa perché distrugge progressivamente gli ecosistemi.
La Finite si propone come alternativa ecologica al calcestruzzo data la sua resistenza e la sua bassa impronta di carbonio. Il calcestruzzo è infatti responsabile del 5% delle emissioni globali di CO2 provenienti in maggior parte dai leganti utilizzati. La Finite ne produce meno della metà. Secondo i ricercatori del team che ha ideato questo materiale a base di sabbia desertica si tratta di una materia prima che potrebbe avere un ampio utilizzo in Medio Oriente. Non sarebbe più necessario sostenere costi elevati per importare sabbia perché si potrebbe sfruttare la vicinanza con il deserto.
Una prospettiva che fa ben sperare nel futuro sono le costruzioni che utilizzano come ingredienti risorse naturali e riciclabili. Finite è un materiale biodegradabile, solubile e riutilizzabile per cui il suo smaltimento diventa molto semplice. L’utilizzo per edifici a carattere temporaneo per il momento è quello più accreditato considerando che dopo qualche tempo si può lasciare progredire il materiale verso la naturale decomposizione o in alternativa procedere alla demolizione delle strutture contando sulla possibilità di utilizzare le componenti per nuovi progetti. A livello teorico la Finite potrebbe essere impiegata anche per edifici permanenti, ma bisognerebbe condurre una serie di test per accertare che rientri negli standard.
La Finite, oltre che nelle costruzioni, può essere utilizzata anche per creare oggetti come vasi e ciotole. Interessanti gli effetti di colore che si possono ottenere aggiungendo dei coloranti naturali durante la miscelazione.
