Se vai in Svezia ti può capitare di sentire il termine fika. Di cosa si tratta? È simile alla nostra pausa caffé ma viene presa ancora più sul serio. Affinché sia efficace ci si deve completamente disconnettere dal lavoro. Un po’ come la ricreazione a scuola in versione adulta. Quindi stop a doppi sensi e battute facili, si tratta di una tradizione 100% svedese, molto sentita e diffusa. Potremmo importarla anche da noi!
Fika è una parola svedese usata per indicare un momento dedicato a rilassarsi sorseggiando un caffé, un té, una cioccolata o un’altra bevanda calda accompagnata da un dolce che può essere una torta, un biscotto o un dolcetto. Il termina deriva appunto dalla parola svedese kaffe ed è sia un nome che un verbo, ma per estensione si utilizza per indicare un modo di vivere.
Bere il caffé per un italiano è un momento pieno di significati, ma sul lavoro tendiamo a fare pause brevi e poco distensive.
Forse ti stupirà sapere che noi italiani non siamo i massimi consumatori di caffè! Gli abitanti dei paesi nordici ne bevono molto di più! Lo conferma la classifica dell’Organizzazione internazionale del caffè: uno svedese consuma circa 8,2 kg di caffè all’anno, un italiano solo 5,8.
Durante le attività lavorative gli svedesi si concedono questo break in compagnia dei colleghi più volte nell’arco della giornata con lo scopo di rigenerarsi e quindi lavorare meglio ed essere più felici. Non potrebbero mai rinunciarci!
Molte aziende nel paese scandinavo hanno reso obbligatoria la fika. Questo perché sono consapevoli che contribuisce ad aumentare la produttività, grazie all’incremento delle interazioni sociali tra colleghi da cui possono poi scaturire migliori risultati.
Per IKEA si tratta di un momento molto importante per i suoi lavoratori: “Più di una pausa caffè, fika è un momento per condividere, connettersi e rilassarsi con i colleghi. Alcune delle migliori idee e decisioni accadono durante la fika.”
Gli svedesi lavorano meno di altri lavoratori residenti in altri paesi, ma anno uno stipendio più alto ed una soddisfazione maggiore. In via sperimentale l’impegno dei lavoratori è stato ridotto a sei ore al giorno e si sono visti dei miglioramenti. Non tutte le aziende continuano a mantenere gli orari ridotti ma molte si. Inoltre gli straordinari sono una minima percentuale. Il metodo fika pare funzionare!