Dal 19 maggio, data di pubblicazione in Gazzetta ufficiale del “Decreto rilancio”, il dibattito intorno al nuovo superbonus, nato già prima che venisse alle luce, non si è mai spento. Le questioni aperte sono ancora molte e ci sono molti aspetti da approfondire.
Uno dei nodi fondamentali, emerso sin da subito, riguarda l’aspetto attuativo della norma che dà spazio a dubbi ed incertezze in merito all’applicazione alle differenti situazioni. Si attende al momento la conversione parlamentare del decreto in legge (arriverà entro 60 giorni), per cui si spera vengano inseriti degli emendamenti in modo da soddisfare le esigenze che stanno emergendo da diversi fronti.
Le associazioni di categoria hanno accolto con entusiasmo l’introduzione del superbonus al 110% per le ristrutturazioni edilizie private.
Se i precedenti bonus sull’edilizia si sono rivelati poco efficaci, non producendo i grandi investimenti sperati e di conseguenza non portando ad una vistosa crescita economica del settore, si spera che grazie all’incentivo del superbonus le cose possano cambiare.
L’obiettivo posto dal governo è molto alto, poiché si punta alla modernizzazione del patrimonio immobiliare italiano, rendendolo meno energivoro e più sicuro strutturalmente, verso città più sostenibili con l’obiettivo di contenere le emissioni inquinanti in atmosfera.
Con il superbonus si punta ad aumentare la domanda da parte dei privati così da far ripartire l’intera filiera.
Nel corso di un webinar organizzato da Ance per discutere sul superbonus al 110%, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Riccardo Fraccaro ha dato delle importanti delucidazioni sulla nascita di questa nuova misura. Innanzitutto affermando che si stava già lavorando a questa nuova norma già prima dello scoppio dell’epidemia, proprio perché si crede che un’imponente incentivo destinato all’edilizia possa rappresentare una forte spinta per l’economia del paese. Lo stesso Fraccaro ha anticipato che si sta pensando di creare un portale unico dedicato a tecnici e cittadini per spiegare nel dettaglio tutte le linee guida su come usufruire del superbonus, probabilmente da sfruttare anche per caricare documenti e per avere risposte.
Uno dei punti che più ha suscitato perplessità tra gli operatori del settore riguardo il superbonus è sicuramente la cessione del credito. Nel corso dello stesso webinar l’intervento del Senior Advisor del Ministero dell’Economia e delle Finanze Raffaele Russo ha chiarito parte di questi dubbi, soffermandosi in particolare su tre aspetti riguardanti questo argomento:
Nel corso dello stesso webinar organizzato dall’Ance, spunta l’ipotesi dell’estensione del superbonus al 110% fino al 2022. Il provvedimento infatti era stato limitato al 2021, a partire dal 1° luglio, per mancanza delle coperture finanziarie necessarie ma Ance ha lamentato la difficoltà a poterne usufruire in tempi così brevi per via dei passaggi progettuali e burocratici necessari per arrivare al cantiere. Il sottosegretario Fraccaro ha intravisto la possibilità di utilizzare il Recovery Fund per estendere la validità del superbonus, per cui questa potrebbe essere una delle prossime novità.
Attualmente, secondo quanto specificato nel decreto rilancio, il superbonus per le seconde case è previsto soltanto per gli interventi antisismici, mentre non spetta per quelli di riqualificazione energetica. Si applica però soltanto a condomìni, o equivalenti, ed alle persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni.
Con l’arrivo del Recovery Fund c’è la possibilità di estendere ill superbonus al 110% ai proprietari di seconde case e alle persone giuridiche, quindi ai titolari di imprese, società ed alberghi.
Diverse associazioni di categoria stanno avanzando proposte da inserire attraverso emendamenti nella legge di conversione del Decreto Rilancio oppure nel prossimo Decreto Semplificazione.Tra queste la Finco (Federazione industrie, prodotti, impianti, servizi e opere specialistiche per le costruzioni) chiede di estendere il superbonus al 110% alla sistemazione di aree verdi, puntando sull’utilità di nuovi spazi aperti nell’evitare assembramenti, ed all’allaccio a reti di teleriscaldamento efficienti, per la promozione dell’utilizzo di fonti rinnovabili.
La Rete Professioni Tecniche (RPT) richiede invece di rendere obbligatoria la certificazione statica degli edifici, da allegare ai documenti di compravendita come accade con l’APE, e la polizza assicurativa contro i danni da eventi sismici, con premio proporzionale al livello di sicurezza sismica dell’edificio. La proposta nasce per rafforzare l’analisi del livello di sicurezza sismica degli edifici ed aumentare il valore degli stessi in caso di compravendita o di affitto. Chiedono inoltre di rendere detraibili i costi relativi al certificato di idoneità statica e dell’assicurazione.
L’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) invece ha presentato delle proposte durante un’audizione in Commissione Bilancio della Camera. Si tratta di una serie di provvedimenti che permetterebbero di usufruire al meglio del superbonus. Tra queste l’estensione a tutto il 2023 delle agevolazioni, l’utilizzo immediato dei crediti d’imposta ed il riporto negli anni successivi di eventuali crediti non utilizzati, l’utilizzo di prezzari riconosciuti dal Ministero dello sviluppo economico per l’asseverazione della congruità delle spese sostenute, l’eliminazione dei criteri ambientali minimi (CAM) per i materiali da utilizzare nei lavori agevolati con l’ecobonus. La stessa associazione ha chiesto inoltre la revisione della detrazione per includere l’acquisto di abitazioni antisismiche o edifici energeticamente efficienti.