Già a partire dal 1° gennaio 2021 in Italia ogni nuovo edificio, privato o pubblico, deve essere conforme allo standard nZEB, acronimo di nearly Zero Energy Building. La stessa regola si applica per gli edifici su cui viene eseguita una ristrutturazione importante, ovvero con demolizione e successiva ricostruzione.
Per definizione gli edifici nZEB sono costruzioni che si distinguono per le elevate prestazioni energetiche. Grazie alle modalità costruttive ed ai materiali impiegati hanno infatti un fabbisogno energetico molto ridotto e ricorrono a fonti energetiche rinnovabili autoprodotte.
Stando ai dati raccolti da un sondaggio dell’European Climate Foundation gli italiani ricercano sempre più case energeticamente efficienti in cui abitare (il 95% degli intervistati). Da una parte perché edifici con questa caratteristica hanno un ridotto impatto ambientale, dall’altra perché consentono di ottenere un risparmio energetico e dunque alleggeriscono le spese di gestione.
Da quando per la prima volta è apparsa la definizione di edificio nZEB nella direttiva europea 2010/31/EU sulla prestazione energetica nell’edilizia, recepita in Italia con la legge 3 agosto 2013, n° 90 si sono susseguite diverse modifiche attraverso nuove direttive. Per il nostro paese, i “Requisiti Minimi” per i progettisti sono contenuti nel D. M. 26 giugno 2015 del Mise, mentre l’ultimo aggiornamento in materia è il Decreto Legislativo 10 giugno 2020, n° 48.
La Commissione europea a metà dicembre 2021 ha proposto una nuova revisione della direttiva del 2010 con la quale vorrebbe modificare gli standard minimi di prestazione energetica ed anticipare le tappe previste dal Green Deal. Per le nuove costruzioni propone che a partire dal 2030 siano a emissioni zero (si anticiperebbe al 2027 per il settore pubblico). L’obiettivo è migliorare la qualità degli edifici, riducendo i consumi energetici e le emissioni di gas serra.
Le caratteristiche di un edificio nZEB coincidono con i requisiti minimi che un edificio deve rispettare per avere le adeguate prestazioni energetiche attraverso tecnologie efficienti. Inoltre, devono integrare fonti energetiche rinnovabili.Per progettare correttamente un edificio che possa essere considerato nZEB è necessario attenersi ai parametri e agli indici contenuti nelle normative in vigore per effettuare i calcoli necessari.Esempi di edifici nZEB in Italia sono raccolti nell’Osservatorio Nazionale degli Edifici a Energia quasi Zero fondato da ENEA, un archivio che raccoglie informazioni sulle tecnologie utilizzate e sugli standard ottenuti.
In sostanza, un edificio nZEB non ha delle caratteristiche specifiche. Si tratta piuttosto di edifici progettati adottando dei principi e delle tecnologie che consentono di portare i consumi energetici quasi a zero.Stando alle indicazioni di ENEA, si ottiene un edificio nZEB grazie ad una combinazione di fattori quali:
Gli edifici nZEB sono estremamente confortevoli, sia in estate che in inverno. In via teorica questo si ottiene grazie a basse trasmittanze termiche ed elevata inerzia, praticamente attraverso un involucro progettato in maniera tale da garantire un isolamento ottimale. Questo porta a ridurre al minimo il fabbisogno energetico e le dispersioni termiche durante i mesi freddi, mentre impedisce il surriscaldamento nei mesi più caldi.
Un altro importante attributo degli edifici nZEB sono le elevate prestazioni energetiche raggiunte con bassi consumi. Questa caratteristica si raggiunge attraverso l’uso di impianti tecnologici ad alta efficienza per ogni aspetto della costruzione: climatizzazione, produzione di acqua calda sanitaria, illuminazione, funzionamento degli elettrodomestici, ecc.Una volta costruito l’edificio, un costante monitoraggio dei consumi si rende necessario per rispettare tali criteri.
I limitati consumi energetici di un edificio nZEB vengono coperti in gran parte grazie all’energia autoprodotta a costo zero attraverso il ricorso a fonti energetiche rinnovabili che sfruttano l’energia solare, la geotermia o l’aria esterna. Fotovoltaico, solare termico, microeolico, biomasse e pompe di calore per citarne alcuni.