Imprese e professionisti sono obbligati a fornire al Registro delle Imprese un domicilio digitale per via telematicain base a quanto stabilito attraverso l’art. 37 del Decreto Semplificazioni inserito nella sezione dedicata alle “Misure per l’innovazione”. L’introduzione di questa nuova misura mira tra le altre cose a rendere più semplici le comunicazioni tra imprese e Pubblica Amministrazione.
Approfondiamo cosa cambia da questo momento e quali sono i vantaggi.
Quello che prima era definito semplicemente un indirizzo di posta elettronica certificata, da cui l’acronimo PEC, viene adesso indicato come domicilio digitale.
L’ambito di utilizzo è la gestione delle comunicazioni tra imprese e Pubblica Amministrazione che sarà da questo momento completamente digitale.
Le comunicazioni elettroniche trasmesse ad un domicilio digitale producono, gli stessi effetti giuridici delle comunicazioni a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno ed equivalgono alla notificazione per mezzo della posta, anche riguardo al momento della spedizione e del ricevimento.
Pubbliche amministrazioni, ma anche gestori di servizi pubblici o società a controllo pubblico, notificano direttamente presso i domicili digitali delle imprese i propri atti, inclusi verbali relativi alle sanzioni amministrative, ingiunzioni o atti impositivi di accertamento e di riscossione.
L’obbligo di comunicare un domicilio digitale al Registro delle imprese era già attivo ma a partire dal 1° ottobre 2020 è stata introdotta una sanzione amministrativa pecuniaria per chi non lo rispetta. Si tratta dell’applicazione dell’art. 2630 del codice civile secondo cui per l’omessa esecuzione di denunce, comunicazioni e depositi al registro delle imprese si incorre in una multa da 103 € a 1.032 € in misura raddoppiata. L’unica deroga è concessa alle nuove imprese iscritte per il primo periodo.
Oltre alla sanzione, il registro delle imprese comunica un nuovo Domicilio Digitale assegnato d’ufficio all’impresa che non ne ha comunicato uno, stabilito tramite gara nazionale.
L’obbligo di comunicare il domicilio digitale vale anche per i professionisti iscritti agli ordini e ai collegi.
L’Indice nazionale dei domicili digitali delle imprese e dei professionisti, detto INI-PEC, è un elenco pubblico realizzato presso il Ministero per lo sviluppo economico a partire dagli elenchi di indirizzi PEC costituiti presso il Registro delle imprese e gli ordini o collegi professionali.
Questo elenco è nato per favorire lo scambio di informazioni e documenti in modalità telematica, ma anche la presentazione di istanze, dichiarazioni e dati, tra imprese o professionisti e Pubblica Amministrazione.
Se il domicilio digitale comunicato non risulta più attivo sarà richiesto all’impresa di provvedere all’indicazione di uno nuovo entro 30 giorni. Se non si hanno risposte si procede alla cancellazione dell’indirizzo dal Registro delle imprese.
L’obbligatorietà del domicilio digitale per le imprese si può leggere come un nuovo passo in avanti verso la trasformazione digitale, processo che sta lentamente abbattendo i lunghi tempi richiesti talvolta dalla burocrazia.
A questo si aggiungono una serie di risvolti positivi per le imprese ma non solo, ad esempio:
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