La digitalizzazione per quanto riguarda la progettazione in ambito edile è ormai consolidata. Da molto tempo è avvenuto il passaggio dai disegni tecnici eseguiti a mano da architetti ed ingegneri, a quelli realizzati a computer, con l’ausilio di software che facilitano la progettazione permettendo una gestione più semplice del lavoro. Quando il discorso passa alla costruzione vera e propria, attualmente questo processo di digitalizzazione non è ancora così avanzato, anche se le soluzioni innovative non mancano.
L’edilizia digitale è sempre più vicina alla realtà. Il cantiere 4.0 è un cantiere digitalizzato, dove operano robot, droni e stampanti 3D, sempre in combinazione con il lavoro dell’uomo che non può essere sostituito in tutto.
Costruire in modo digitalizzato ha molti vantaggi, sia per quanto riguarda l’edificio stesso sia per le conseguenza sull’ambiente. L’adozione di un cantiere digitale aiuta a ridurre i tempi ed i costi, sia per nuove costruzioni che per ristrutturazioni. Inoltre, l’uso di attrezzature automatizzate è positivo per la sicurezza e la produttività dei lavoratori. Un robot opportunamente programmato svolge il lavoro in modo più rapido e porta a risultati più soddisfacenti dal punto di vista qualitativo grazie all’alta precisione che può raggiungere.
Recentemente INDEXLAB, laboratorio di ricerca sperimentale del Politecnico di Milano che unisce arte, ingegneria, architettura e design del prodotto lavorando in collaborazione con diverse aziende del settore edile, si è espresso su questa tematica così attuale presentando dei prototipi che mostrano come potrebbe funzionare un cantiere digitale nella cornice del SAIE di Bologna (14-17 ottobre 2020).
Il tema dei cantieri 4.0 è stato affrontato anche alla Fiera Ecocasa tenutasi a Pordenone a settembre, con l’obiettivo di sensibilizzare le imprese verso un nuovo modo di intendere l’edilizia sempre più in chiave digitale.
Facciate realizzate da robot, impiego di elementi prodotti con stampanti 3D e utilizzo di software che consentono di gestire il cantiere in cloud, sistemi di intelligenza artificiale e IOT, tour virtuali e scansioni 3D per eseguire rilievi sono fortemente incoraggiati. Mentre l’integrazione del BIM (Building Information Modeling), una tipologia di software avanzato per la progettazione, consente di condividere un lavoro in modo semplificato tra le diverse figure professionali coinvolte.
I robot da cantiere, dotati di sensori e telecamere, sono già una realtà in alcuni Paesi come il Giappone, mentre diverse tipologie di automi sono allo studio in vari centri di ricerca sparsi per il mondo.
Alcuni sono dotati di braccio meccanico e producono in autonomia le malte da impiegare. Si sostituiscono al muratore per raggiungere luoghi scomodi e rischiosi ed eseguono i lavori in modo più rapido e preciso. Funzionano in modo intelligente, anche in ambienti sottoposti a continui cambiamenti poiché in grado di valutare il contesto in evoluzione. Il controllo dell’uomo si esercita attraverso un collegamento internet. Il progettista può così monitorare da remoto la realizzazione in corso e intervenire per apportare delle modifiche se necessario.
Questo è perfettamente in linea con il pensiero del Forum economico mondiale, secondo cui i robot svolgeranno la metà dei lavori attualmente esistenti entro il 2025.