In questa epoca di incertezze, da una parte per il caro materiali, dall’altra per l’aumento esorbitante dei costi per l’energia e l’inflazione, i cantieri edili di ogni genere sono in sofferenza.Il quadro della situazione attuale purtroppo non è molto incoraggiante per il futuro.
L’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) ha lanciato l’allarme per il rischio “black out” di molti cantieri pubblici. Un’esortazione a prendere la situazione in mano prima che possa aggravarsi.
Per quanto riguarda le opere pubbliche sono attivi 23.000 cantieri per un investimento pari a 162 miliardi. A questa cifra si sommano spese extra che secondo la stima del centri studi ANCE vanno oltre i 5 miliardi, causate proprio dall’aumento dei costi dei materiali e dell’energia che negli ultimi tempi hanno raggiunto livelli allarmanti.
Le rilevazioni del MIMS sul caro materiali riferite al secondo semestre del 2021 non hanno convinto del tutto l’Ance che ha individuato lacune e contraddizioni. Per questo motivo, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili insieme ad altre associazioni ha presentato ricorso al Tar per chiedere l’annullamento del decreto o l’accertamento delle rilevazioni effettuate.
Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso, riscontrando diverse incongruenze nell’aumento dei prezzi rilevato dal Ministero. Il decreto non verrà annullato ma viene imposta una verifica più puntuale dei prezzi dei materiali.
Il meccanismo di compensazione del Mims dovrebbe essere la misura per aiutare le imprese ad affrontare le spese extra dovute al caro materiali. Ottenere le compensazioni però richiede un lungo iter burocratico e molti documenti da produrre, per cui molte imprese si trovano in serie difficoltà, con il rischio di fallimento dietro l’angolo.
In effetti sono proprio le imprese ad aver anticipato i fondi necessari per sostenere l’aumento dei costi. Inoltre, le associazioni di categoria denunciano l’inadeguatezza del sistema di compensazione.
Il Decreto Aiuti ha dato maggiore solidità alle norme per le compensazioni del 2022 introducendo misure straordinarie valide fino al 31 dicembre 2022. Tuttavia anche dopo questa mossa il problema non viene risolto del tutto e con l’inizio del nuovo anno si teme il fallimento di molte imprese impegnate in lavori pubblici. Per i cantieri in corso che interessano i progetti del PNRR invece i rischi sembrano essere ridotti in quanto su di essi vi è un’attenzione differente.