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Jobs act autonomi: cosa cambia

5 Settembre, 2017
raffaela

In vigore dal 14 Giugno 2017, quello comunemente conosciuto come “Jobs act degli autonomi”, è un provvedimento che riconosce qualche diritto in più ai lavoratori con partita IVA (non interessa invece gli imprenditori).

Nuove norme che mirano a dare maggiore valore a questa forma di lavoro, molto presente, ma poco tutelata nel nostro Paese. Nei 26 articoli dello statuto si evince la volontà dello Stato di tutelare la categoria dei professionisti autonomi, attraverso qualche modifica a norme esistenti e con l’aggiunta di elementi mai presi in considerazione prima.

Principali novità:

Rapporti con il committente

Il professionista riceve maggiori garanzie sui contratti di incarico da redigere in forma scritta. Sono inoltre considerate abusive le clausole che diano al committente la facoltà di apportare modifiche unilaterali e di recedere senza preavviso congruo. In aggiunta, il pagamento delle prestazioni non può avere un termine che supera i 60 giorni.

Spese deducibili

Un considerevole aiuto arriva anche per chi decide di investire nella formazione professionale, con spese totalmente deducibili fino a 10 mila euro (prima era al 50%) e fino a 5 mila per i servizi di certificazione delle competenze, orientamento, ricerca e sostegno all’auto-imprenditorialità.

Appalti

Gli autonomi sono equiparati alle piccole e medie imprese e pertanto hanno la possibilità di partecipare agli appalti pubblici. In questa occasione potranno inoltre costituire reti di imprese, consorzi stabili e associazioni temporanee.

Welfare

Per la prima volta vengono regolamentate politiche di welfare per gli autonomi. Malattia, infortunio e gravidanza non comportano l’estinzione di rapporti di lavoro continuativo, ma non si avrà diritto al corrispettivo, per un periodo fino a 150 giorni. Per le donne in maternità non scatta l’astensione obbligatoria ed è consentita la temporanea sostituzione con colleghi dello stesso livello di competenza.

I neogenitori iscritti alla Gestione separata, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, hanno diritto ad un trattamento economico per congedo parentale per massimo 6 mesi, entro i primi tre anni di vita del bambino. Per chi è invece impossibilitato a svolgere attività lavorativa per più di 60 giorni a causa di malattia o infortunio, viene sospeso il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi per tutta la durata della malattia per un periodo massimo di due anni, in seguito tali pagamenti saranno rateizzati.

Sicurezza sul lavoro

Il job act degli autonomi riconosce anche le forme di lavoro subordinato, con l’obiettivo di creare maggiore competitività e semplificare la gestione di lavoro e vita familiare. Il trattamento economico e normativo per chi lavora a distanza non sarà inferiore rispetto ai lavoratori che svolgono le stesse mansioni in azienda. Queste forme di lavoro agile danno inoltre diritto alla tutela dagli infortuni connessi alla professione anche all’esterno dei locali aziendali.

Per molte altre questioni il Governo si impegna ad emanare nuovi decreti entro i dodici mesi successivi all’approvazione di queste nuove norme.

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