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Rischio Radon negli edifici: cosa dice la normativa e come intervenire

22 Settembre, 2021
rossella

Quando si parla di ambienti salubri, l'attenzione verso il rischio Radon negli edifici è di grande importanza, ma è un problema ancora poco conosciuto. É un gas che può essere presente nelle abitazioni, negli uffici, nelle scuole ecc. e che ad alte concentrazioni è molto nocivo per la salute. Per contenere il rischio Radon ci sono apposite normative e figure specializzate nello studio di soluzioni per contenerne la presenza all'interno degli edifici, poiché agendo correttamente si possono avere buoni risultati. 

Cos'è il Radon e quali rischi comporta

Il gas Radon è una sostanza naturale radioattiva che ha origine dal decadimento nucleare del radio, prodotto a sua volta dal decadimento dell'uranio. Si tratta di un gas nobile che ha origine nel terreno soprattutto se di origine vulcanica. I metalli prodotti dal decadimento del Radon contaminano l'aria e l'acqua spostandosi attraverso le fessure, crepe e le tubature.

I piani degli edifici a contatto con il terreno sono i più esposti e possono avere alte concentrazioni di Radon, molto pericoloso per la salute umana essendo ritenuto responsabile dello sviluppo di alcuni tumori secondo l'OMS. Per conoscere la concentrazione di gas Radon in un ambiente è possibile eseguire delle misurazioni. L'unità di misura è il Becquerel al metro cubo (Bq/m3).

La normativa sul Radon

Le normative in vigore forniscono indicazioni sulle concentrazioni di Radon negli edifici che possono essere considerate accettabili. I livelli di riferimento sono stati definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Comunità europea. Quando si supera questa soglia è necessario adottare dei provvedimenti che consentano di ridurre la presenza di questo pericoloso gas negli ambienti interni.

Rischio Radon negli edifici: cosa dice la normativa e come intervenire

L'Europa ha dato un importante segnale con la Direttiva “Basic Safety Standards” – Direttiva 2013/59/Euratom del 17 gennaio 2014, con la quale chiedeva agli Stati dell’Unione Europea di dotarsi di un "Piano nazionale Radon" entro il 6 febbraio 2018. L'Italia, rispetto ad altri paesi UE è arrivata in ritardo. Il Decreto Legislativo n°101 del 31 luglio 2020, che recepisce la Direttiva Europea, è arrivato il 27 agosto 2020. Qui si stabiliscono le misure per la protezione della popolazione mettendo ordine nella normativa di settore, portando a 300 Bq/m3 la concentrazione media annua di Radon nell'aria per le abitazioni esistenti ed i luoghi di lavoro, mentre si scende a 200 Bq/m3 per le abitazioni costruite a partire dal 2025. Questo decreto impone la mappatura delle aree a rischio e la verifica delle concentrazioni medie annue di Radon per sotterranei, semi-sotterranei o locali situati al pianterreno utilizzati come luoghi di lavoro o abitazioni.

Come limitare il Radon negli edifici

Mentre negli edifici di nuova costruzione è più semplice predisporre tutti gli accorgimenti per impedire la penetrazione del gas Radon all'interno, negli edifici esistenti l'obiettivo è limitarne la concentrazione. Opportune misure preventive sono efficaci nel ridurre la presenza di uranio nelle abitazioni e negli ambienti di lavoro. La misurazione della concentrazione di Radon eseguita con attrezzature specializzate come il dosimetro passivo è il primo passo da compiere, ma è necessaria una misurazione annua considerando che i valori variano nel tempo.

Tra i provvedimenti che possono avere effetti sulla riduzione della concentrazione di Radon c'è l'aumento del ricambio d'aria da ottenere con la ventilazione naturale o forzata, con l'impiego di sistemi attivi.
Un altro intervento è la chiusura ermetica delle vie di accesso del Radon verso l'edificio e l'isolamento degli interstizi intorno alle condotte di acqua, gas, elettricità e scarichi. Risulta utile anche sigillare con guarnizioni isolanti elastiche le porte di accesso ai piani interrati ed eventuali botole.

Efficace anche l'inserimento di membrane isolanti anti-Radon nei solai e nelle pareti dei piani interrati in fase di ristrutturazione, ma è una soluzione da abbinare ad altri interventi per ridurre le concentrazioni nocive. In alternativa si possono posare pannelli in vetro cellulare a tenuta stagna.
Essendo la zona più a contatto con il terreno, il vespaio posto alla base dell'edificio deve essere ventilato in maniera naturale o forzata. In alternativa, in assenza di vespaio si può realizzare un pozzetto Radon per portare il gas all’esterno. Gli stessi interventi per ridurre la presenza di Radon risolvono anche problemi di umidità di risalita.

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